Prenotano i test ride direttamente loro senza doversi coordinare con le prenotazioni nazionali Ducati e sono davvero disponibili.
Venerdì scorso mi sono preso mezza giornata per avere tempo di testare a dovere 2 prodotti che mi hanno incuriosito da sempre e che tanto hanno fatto scrivere ovunque, la Diavel e la Multistrada. Ovvero la V-max ed il GS versione Ducati - come vengono definite.
Luogo del test (per entrambe le moto in modo da avere riferimenti identici)
60km (tra andata e ritorno) che permettono di affrontare la città, il lungolago stretto, il lungolago largo, la montagna. Diciamo tutto ciò che serve.
Ho dedicato a ciascuna moto circa 75'.
DUCATI DIAVEL CARBON

Incute timore, continua a non piacermi ma salendoci in sella fa un certo effetto.
La chiave è in tasca, scheda di riconoscimento che permette all'avvicinarsi di attivare la centralina e far accendere i 2 display (manubrio e serbatoio) che trasmettono tutte le informazioni necessarie.
Prima di partire è fondamentale fare amicizia con questa Playstation da 300kg perchè è possibile anche in marcia interagire con ogni amenicolo elettronico ed è bene evitare di schiacciare tasti "per sbaglio" (tipo quello di azzeramento TCS.......).
La versione da me provata era dotata di ABS e di impianto frenante anteriore con pinze radiali monoblocco (la versione senza ABS ha le pinze non monoblocco).
Il sound dello scarico è decisamente gasante, grazie ai collettori molto ampi (non dovendoli nascondere come sulle altre Ducati ma potendoli mettere bene in vista il motore respira meglio) ed allo scarico di generose dimensioni.
La posizione di guida è incassata tra sella posteriore e serbatoio, il manubrio largo ma basso, le pedane avanzate ma non troppo. La sensazione è una comodità....da scooterone...
Lasciando la frizione (idraulica) sono iniziate le mie domande....non sembra di essere su una Ducati.
Frizione morbidissima, bilanciata come una giapponese, dall'erogazione fluida e non ruvida...c'è qualcosa che non va, mi aspettavo un mostro invece ho sotto il sedere 300kg di dolcezza...
Per attraversare Como utilizzo la mappatura Urban che fornisce 100hp e DTC 5 (su 10). Di fatto ci si trova un un mostro al guinzaglio stra-educato che trotterella tranquillo anche nel traffico. Si paga l'angolo di sterzo molto ridotto e il passo lungo, ma per il resto mi è sembrato facile come il CB in ambito cittadino.
Unico neo è che l'intervento del DTC è da perdita otturazioni....improvviso e taglia di colpo, quello si che è ruvido "alla Ducati" (alle basse velocità).
Uscito da Como e dirigendomi vero il bivio per Molina sul lungolago inizio a provare la mappatura Touring (162hp con erogazione dolce e DTC 3), e qui inizio a innervosirmi dal momento che mi rendo conto che quanto sostenuto dal mio "acerrimo nemico" Firemoon è vero....tra le curve è divertente, precisa, scende in piega senza troppi sforzi, la frenata è eccezionale e la stabilità da riferimento. Le calzature sono i Pirelli Diablo Rosso, studiati apposta per questa moto. Il ruotone posteriore si sente ma non così tanto, e la rotondità di azione è goduriosa.
La mappatura Touring permette di inizare a "farsi spaventare dal motore", fluidissimo ma dal carattere che inizia ad emergere.
Aprendo il gas si ha una bella coppiosa erogazione fino a 6.500 giri indicati, poi, quando già ci si sta tenendo forte al manubrio, inizia il bello con una spinta importante che porta il contagiri velocemente oltre i 10.000 indicati (e oltre, ma ormai non si riesce più a guardarlo, la strada diventa stretta stretta......).
Arriva il bivio per Molina e convinto che inizi la mia vendetta verso Firemoon salgo verso la montagna.
Mappatura sempre Touring, arriva il primo tornate e.....caxxo, gira stretta senza problemi, va solo gestita ovviamente di braccia ma è strabilanciata e asseconda il tornante in modo naturale, con la sola ovvia caratteristica di invadere la corsia opposta in uscita se non si imposta la curva correttamente allargando l'entrata.
Inizio a giocare su per le strade della montagna forte anche del fatto che il passo lungo trasmette sicurezza e stabilità e che quel motore non ha limiti di spinta.
La confidenza è totale, e mi rendo conto che la media non è commisurata alla strada di montagna che sto percorrendo, ma che tutto avviene con estrema facilità.
Mi fermo. Chiamo Firemoon. Lo insulto. Riparto.
Mappatura Sport. 162hp incazzati, DTC 1
Scendendo per la montagna per riguadagnare il lungolago già verifico una risposta del motore all'acceleratore impressionate...ecco, adesso riconosco la Ducati, un On-Off non estremo ma decisamente più marcato.
Arrivo al lungolago. Partenza decisa. Si alza l'anteriore. Di 50-60cm, ma si alza. La strada è troppo stretta da subito, i freno vanno stressati, la moto va guidata di braccia e di forza.
Giocare con il Diavolo è davvero esaltante, ma è estremamente pericoloso....fino a 6.000' già reagisce nervosa e con scodatine preoccupati, ma gestibili, l'anteriore nelle prime due marce si alleggerisce, i rettilinei tra le curve sembrano lunghi la metà, l'inserimento richiede molto più mestiere e le pinzone monoblocco fanno il loro dovere supportate a dovere da un comparto sospensioni al top e dal santo ABS.
Un mostro, davvero un mostro, impegnativo ma stra appagante. Ma va guidata. Dentro la curva in parte arriva da sola, ma poi se si sta giocando è necessario prenderla "per le corna" e domarla di forza, fa tutto quello che fanno le sportive, ma bisogna farglielo fare.
Mi sono imbattutto in un Ducatista con Multistrada, l'ho seguito per circa 1 km, andatura allegra. Quando ho deciso di passarlo e di andarmene l'ho fatto con troppa facilità. E mi sono preoccupato......
E' un mezzo incredibile.
Il consumo istantaneo, giocando con la mappa Sport, indicava 7,1km/l........
Torno al concessionario tenendo la mappa Sport (tranne a Como città per evitare di entrare nel lago......) e sinceramente impressionato da questa moto.
Continua a non piacermi esteticamente, ma dopo questa ora abbondante devo ammettere che è una moto incredibile da guidare, non tanto per le prestazioni in assoluto - che fanno comunque

Giudizio positivo alla guida (rimaledetto Firemoon).
Ed è una moto che fa davvero fermare le persone a guardare (anche il lato narcisista del motociclista viene stra appagato)
MULTISTRADA 1200 S

Scendere dalla Diavel per salire sulla Multistrada richiede un caffè di pausa, bisogna resettarsi e soprattutto fermare l'adrenalina.
Il (o la) Multistrada provata era 1200 S, quindi con tutta l'elettronica possibile su una moto da "enduro" (o turistica?).
Stessa procedura della Diavel, scheda magnetica in tasca e setup dell'elettronica (che in questo caso influisce anche sulle sospensioni Ohlins) che ha 4 modalità, Urban, Touring, Offroad, Sport.
Ogni modalità associa erogazione, potenza a setup sospensioni dedicata.
Inazitutto la moto è davvero alta (sono 1,86 e toccavo a terra bene io, chi è più basso di 1,70 a mio parere ha delle difficoltà).
E già dall'accensione si capisce che questa è una Ducati "classica".
Finiture più sportive (dire spartane non è corretto, in Ducati hanno lasciato le caratteristiche di sportività nelle finiture anche sulla loro turistica per eccellenza, quindi cavi a vista, bulloneria non coperta da plastiche, vibrazioni che si vedono anche su strumentazione e specchietti, regolazione posizione parabrezza manuale e non elettrica, ecc).
Diciamo che per una moto da 17.000 euro che si rivolge al target "GS" questa sportività (o spartanità) può far storcere il naso.
Comunque, avviata la moto, regolata l'elettronica su Urban (che non comunica a display nè potenza nè livello TCS nè setup sospensioni), ci si accorge che il Multistrada è alta anche in marcia, ruvida di meccanica, dalla frenata apparentemente meno efficace (sono ancora drogato dalle staccate con la Diavel....) e dalla gestione del traffico fortemente influenzata dalla sua altezza.
Diciamo che non mette molto a suo agio nonostante la seduta comoda (ma non troppo, per essere una turistica la sella tende al duro) ed il bel manubrio largo.
Uscito da Como ripercorro esattamente le strade fatte con il Diavolo, metto la mappatura su Touring e inizio a trovare una moto votata al misto (ma con un setting di spospensioni ancora morbidino che fa pesare molto i trasferimenti di carico in accelerazione e frenata).
Il motore sembra più nervoso di quello della Diavel (nonostante la base identica), mi hanno spiegato in Ducati che è una questione di sviluppo collettori, elettronica, mappature che rende questo motore più "sportivo" sulla Multistrada (come carattere, non come prestazioni pure).
Emerge però fin da subito una caratteristica del Multistrada che mi ha rapito, il suo essere "stuntbike".
Già in mappa Touring i monoruota vengono da soli (fino alla seconda marcia), e ci si comincia presto a divertire ricordandosi che l'assetto (e il setting imppostato) sono da turistica (staccate più lunghe rispetto alla Diavel).
Il motore 1198 è fin troppo per questa moto.
Scalcia fino a 6.500 giri per poi spingersi a oltre 10.000 in modo vigoroso, capisco gli amici "Bmwisti" che si sono spaventati provandola, non infonde quella sensazioni di "tutto sotto controllo" che il GS riesce invece a trasferire in ogni situazione.
Il Multistrada va guidato sempre, in ogni situazione, non permette distrazioni.
E' una turistica....purosangue....
Non resisto, metto mappatura Sport (e qui l'abbassamento di setting delle sospensioni si sente) e salgo per Molina.
Eccola qui la moto che aspettavo....nervosa, precisa, tra i tornanti è un balletto fatto di pieghe e monoruota (di fatto involontari.....o quasi ....), precisa e ben assecondata dalle coperture di serie i Pirelli Scorpion, non esattamente gomme da piega ma che hanno un livello di grip di tutto rispetto.
Il problema è che giocando col gas si resta in monoruota fino in terza.......
Tengo la modalità Sport fino al rientro al concessionario, ho consumato più gomma posteriore che anteriore, è davvero un mezzo divertente e imprendibile nel misto da moto di pari categoria.....a patto di domarla e dominarla.
Ecco, il mio dubbio è proprio questo. E' piaciuta a me quando l'ho trattata come un CB....ma quando ho provato ad usarla come una turistica non ho trovato quel confort che ho riscontrato.....nella Diavel......
In conclusione. Grazie a Ducati Como e a Giorgio per questa mezza giornata e per la disponibilità dimostrata, ho potuto testare a fondo 2 moto che mi incuriosivano. E alla fine del test, c'è un pò di confusione.
La Diavel è un pacioso mammuth capace di diventare tigre (e te lo fa capire guardandola), e con lei sotto il sedere diventi il motociclista più guardato della zona.
Il Multistrada è una finta turistica che nasconde una Motard anabolizzata, adatta per ex sportivi che vogliono anche giocare "a fare i turisti".
Sapete che vi dico? Che alla fine di tutto, Ducati è stata coerente. Non ha alterato il carattere delle due moto lasciando che l'imprinting Ducati emergesse in ogni frangente, riuscendo solo parzialmente a mascherarlo con l'elettronica.
Non male. E non l'avrei mai detto.

Nota a parte: la mattinata in Ducati Como è stata motivata dal primo tagliando della mia 848. Mentre tagliandavano, io giocavo. Un pò come i bambini nelle palline colorate all'Ikea. Bella cura del cliente in Ducati, anche nel prezzo del primo tagliando, 140 euro. Quanto avevo pagato in Honda per il CB. Temevo di più.