12/12/2012 Motociclismo - Fabio Meloni
Fabio ha guidato solo la versione R, con sospensioni Öhlins.
COME CANTA IN ALTO!
Partiamo dalle cose che colpiscono subito e che non ti aspetti. Prima di tutto l’allungo. Il nuovo tre cilindri ha una propensione a girare alto che il precedente si sognava. Quello murava, con questo puoi evitare un cambio marcia nel passaggio tra due curve ravvicinate. Il motore è anche un po’ più potente, ma la cosa che si fissa di più nella memoria è il carattere, la grinta. Così come il fatto che il tiro ai medi è immutato, il cambio elettronico è migliorato e il suono del tre cilindri è sempre meraviglioso. Anzi, pare anche meglio che in passato, specie usando il terminale Arrow proposto come accessorio originale.
FRENATA SORPRENDENTE
La seconda cosa memorabile è l’ABS sportivo. Non ne avevamo mai provato uno così efficace e discreto. Lo sai di poter contare su di lui, sai che sta lavorando, eppure non lo noti nemmeno per un istante: nessun tremolio, nessuna pulsazione alle leve, non lo senti mai. Ma c’è e coadiuva alla grande un impianto al top assoluto per dotazioni ed efficacia. Oltretutto l’ABS ha una taratura tale da permettere sia il sollevamento del posteriore e una perdita di aderenza del retrotreno fino al 60% rispetto all’anteriore (quindi sono assicurati i traversi in staccata senza allungare gli spazi di frenata).

MALTRATTATELA PURE
Il miglioramento nella guida tutto sommato potevamo aspettarcelo, pensando al radicale riposizionamento delle masse e al nuovo bilanciamento dato dallo scarico basso e dall’alleggerimento di telaietto, forcellone e cerchi. Ce lo aspettavamo e ne abbiamo avuto conferma: la Daytona è una moto bellissima da guidare, neutra e prevedibile, con un comportamento molto migliorato soprattutto nella guida più aggressiva. Immaginatevi la classica situazione da cambio di direzione in una chicane da terza, quindi a buona velocità e l’obbligo di “scordo lare”. È un’azione che impone una certa velocità di movimento in sella, con spostamenti rapidi e la moto che in genere perde un po’ di compostezza durante le manovre più violente. Invece la Daytona non oscilla, rimane omogenea e stabile, si capisce chiaramente che le masse concentrate al centro della moto hanno fatto molto.

PERDONA GLI ERRORI
L’altra cosa che ci è piaciuta molto della guida è la capacità che la “R” ha di chiudere le curve anche se si arriva lunghi. L’avantreno non allarga neanche velatamente, riesci senza problemi a farlo andare alla corda, per poi uscire come se niente fosse. Secondo noi il merito è dell’interasse accorciato: se prima la Daytona era decisamente stabile e precisa, ora è diventata più reattiva e maneggevole anche in situazioni limite e senza sacrificare la sicurezza. In questo aiutano le ottime Pirelli Diablo Supercorsa SP di primo equipaggiamento e il setting delle sospensioni “racing” proposto dai tecnici Triumph.
UN FILO DI COMFORT IN PIÙ
La posizione di guida è leggermente più comoda, leggermente meno puntata sul davanti grazie a minimi ma efficaci riposizionamenti di sella e semimanubri. Del resto questa moto, per essere una sportiva, è quasi confortevole. Ad esempio il motore non trasmette vibrazioni.
Note personali: quando presi l'848 questa era l'alternativa (solo l'offerta economica di Ducati mi fece propendere per l'848).
Sicuramente la versione "R" provata ha una ciclistica top, e il nuovo ABS aiuta.
Niente TCS (che su strada serve anche sulle medie). Vedremo il prezzo.
Certo è che questa moto è nata per chi vuole vivere la pista come elemento naturale dei weekend. Se io oggi dovessi pensare ad una SS guarderei verso Iwata, alla nuova 636 (a proposito, quel frontale con quei fari......farabutti copioni inglesi.......
