@Ennio: mi serve ancora un mesetto, poi si passeggia di nuovo insieme
@Fabio: c'è chi ha una vite arruginita, chi ha i paraoli (tutti e due) difettosi su moto nuova e rischia la vita dopo 50km dal concessionario (CB1000R 2008, il mio per intenderci.....). Componentistica da una parte, assemblaggio dall'altra.......
In ogni caso mi aspettavo più commenti di persone che hanno PROVATO Ducati e che quindi possono giudicare il MARCHIO a 360° (marketing, immagine, qualità dei mezzi, guida).
Badate bene, io non sono e non mi reputo un Ducatista estremista che difende il brand a costo della vita, anzi. Io adoro le moto, tutte, ma amo quelle che mi assecondano come dico io quando guido.
A breve spero di provare la Diavel che reputo un ABOMINIO MOTOCICLISTICO. Una casa a mio parere non può creare una moto per - testuali di Ducati - "andare a conquistare quote di mercato tra i clienti Harley e Yamaha". Concordo che il "nuovo corso" Ducati - parlo della nuova strategia commerciale - stia preoccupando molto i Ducatisti storici, quando si seguono le quote di mercato è preoccupante, significa "giapponesizzarsi". Badate bene non è dispregiativo, purtroppo - è una legge economica - se si vogliono mantenere determinate dimensioni è necessario avere una quota di mercato in crescita e per crescere è necessario - in un mercato saturo - "rubare" quote ai concorrenti.
Ducati ci ha provato con il Multistrada e ora con la Diavel.
Aprilia ha fatto quella cosa strana che è la nuova Tuono
MV ha creato una Brutale "economica"
Honda con il nuovo Crossrunner e il nuovo VFR
Suzuki con la nuova GSR 750
Yamaha con il nuovo Supertenerè
Kawasaki rimane forse l'unica che procede "per la sua strada" - la serie Z continua, il nuovo 1000 è fuori dagli schemi - ed è forse la casa che oggi più soffre il mercato
Curioso che quasi tutte le moto "nuove" (inteso come modelli che hanno la missione di rubare quote ai concorrenti) abbiano come "target" la clientela BMW e Harley (ovvero la clientela più disposta a spendere....)
Strategia abbastanza ovvia in un momento di crisi.
Quindi è vero, il marchio Ducati si sta piegando al "piacere al mercato" invece che rimanere un "trend setter" sia come stile che come tecnologia (telai, motori, monobracci e componentistica). Si sta giapponesizzando....
Una volta la moto faceva il marchio. Oggi è il mercato che fa la moto. E il marchio sicuramente ne soffre.
