ROMA -Distributori di benzina chiusi, a partire da stasera, per due giorni (8 e 9 luglio), sulla rete stradale e sulle autostrade. Scatta infatti lo sciopero proclamato dai sindacati dei gestori - Faib Confesercenti, Fegica Cisl e Figisc Confcommercio - per protestare contro le compagnie petrolifere che non rinnovano accordi e margini fermi da oltre due anni, e contro il governo che non rispetta gli impegni assunti per mettere mano alle regole del settore.
In serata però arriva una nota del ministero dello Sviluppo economico che annuncia la risoluzione del bonus fiscale per i benzinai grazie a un emendamento al decreto sugli interventi per il rilancio dell'economia appena presentato al Parlamento. Potranno essere assicurati 23 milioni di euro per la copertura del bonus fiscale per il 2009 per i gestori della rete di distribuzione dei carburanti. "Il Governo - spiega Scajola - sta rispettando gli impegni assunti con la categoria. Fisseremo in particolare una serie di incontri nel mese di luglio, a cominciare da domani, con le compagnie petrolifere per risolvere il contenzioso pregresso. Mi sembrerebbe a questo punto incomprensibile il mantenimento dello sciopero. Mi auguro dunque che venga revocato".
Secondo il programma delle sciopero le pompe di benzina rimarranno chiuse sulla rete stradale a partire dalle 19.30 di stasera fino alle 7.00 del mattino del 10 luglio, mentre sulle autostrade lo stop inizierà alle 22.00 di domani sera per concludersi alle 22.00 del 9 luglio. Sarà esclusa dalla protesta la provincia de L'Aquila, che proprio nei prossimi giorni (dall'8 al 10 luglio) ospiterà il G8. In Sicilia invece lo sciopero è scattato già alla mezzanotte di ieri e durerà tre giorni.
Le motivazioni che hanno portato all'agitazione sono legate ad aspetti economici e normativi che hanno messo in difficoltà la categoria, hanno spiegato le tre associazioni di categoria. In particolare, nei confronti del Governo i gestori lamentano il "disimpegno" del ministro dello Sviluppo economico sul protocollo di intesa siglato un anno fa per la ristrutturazione della rete, i cui impegni sono rimasti "lettera morta"; il mancato riconoscimento del bonus fiscale per il 2009, che vale un terzo del margine dei gestori; le condizioni di favore nei prezzi di approvvigionamento di cui beneficiano le 'pompe bianche' (con margini di sconto 4 volte superiori a quelli praticati ai gestori). Le compagnie sono invece accusate di precarizzare il gestore e di voler introdurre, "anche sotto forma di ricatto, clausole risolutive contrattuali anticipate".
Sale intanto l'allarme dei consumatori. Il Codacons denuncia il rischio che si verifichino speculazioni sui prezzi alla pompa poco prima dell'inizio dello sciopero e chiede alle Fiamme gialle e a Mr Prezzi di vigilare. Adusbef e Federconsumatori, sottolineando che la benzina aumenta nonostante il calo delle quotazioni, accusano le compagnie di "una vera e propria speculazione di almeno 8 centesimi al litro", che costa all'automobilista 96 euro l'anno in più. L'Adiconsum critica le royalties che il consumatore paga sulla benzina o sul caffé acquistato in autostrada: basterebbe ridurne il peso - sostiene - per rispondere positivamente alle richieste dei gestori.
Fonte:Libero.it