ven, 19 febbraio 2010 - ARTICOLO DI MARCO MASETTII motori "veri" ancora non ci sono e anche nell'ultima giornata di test sul circuito di Montmelo i tempi buoni non arrivano Barcellona - Non è un test fortunato quello privato a Barcellona: dopo la prima giornata bagnata, la seconda con il sole, ecco la terza segnata dalla pioggia e dalle temperature piuttosto basse.
Tempi significativi non ce ne sono, e le indicazioni sono piuttosto confuse. Noi abbiamo capito poche cose, per fortuna, però, abbastanza chiare: ad esempio che la Moto2 è ancora un frutto molto acerbo e che quello che abbiamo visto qui difficilmente lo rivedremo. E non solo per la storia dei
motori non ancora definitivi. Certo i propulsori ufficiali, forniti dall'organizzazione li vedremo solo a inizio marzo nei test ufficiali della Moto2, ma anche quelli "fatti in casa", ovvero degli Honda CBR 600 con varie preparazioni (kit HRC, Ten Kate, eccetera) non sono poi così lontani dalle potenze di quelli definitivi.
Anzi, c'è un sospetto: quelli definitivi avranno meno cavalli di quelli visti nei test fino ad ora. In
effetti la necessità di far durare il motore almeno tre gare prima di essere revisionato ha fatto stare molto abbottonati i tecnici della Goto Engineering, quindi si parla di
di potenza massima. Un po' pochi per la voglia dei piloti che lamentano in genere poca reattività con il comando del gas, complicata dal fatto che le
ciclistiche e le gomme sono ancora molto, ma molto indietro. Al di la del fatto che tra un mese le moto saranno molto diverse da quelle viste oggi, come dimostrano le modifiche al "corpo" delle moto chieste da piloti come Julian Simon sulla RSV o i dettagli come il forcellone che, anche se realizzati con materiali e tecniche più pregiate, hanno pur sempre l'attacco dell'ammortizzatore spostato sulla sinistra.
Esattamente come sulla CBR 600 di serie, anche se non c'è più il problema dello scarico che, rispetto alla moto stradale, è esterno. Insomma, belle idee, ma ancora da sviluppare.
Lo dimostra l'esperienza fatta da Gabor Talmacsi che, in attesa della moto (FTR) del team Speed Up, si è presentato a Montmelò con una CBR 600 che ha visto giorni migliori, con tanto di scarico aperto e attacchi per gli specchietti retrovisori. Beh, con un attrezzo del genere,
una moto con la quale al Muraglione vi guarderebbero storto, Gabor, assistito da Franco Moro (ex tecnico Aprilia, Fantic e Maxxtra) e da un meccanico, ha girato sempre a meno di un secondo dai migliori. Questo significa che la nuova classe di mezzo, la Dunlop (che fornisce gomme molto simili a quelle già viste in SBK e in Moto GP) e i costruttori, hanno ancora un lungo cammino davanti.
A VOI I NUOVI COMMENTI SU QUESTA NUOVA PUNTATA MOTO2=
Ciao Fabio