Prove moto
Honda CB1000R: Esagerata!
(19 aprile 2008)
FORGET HORNET, START THINKING SUPERBIKE
Potrebbe essere questa la frase pensata da un copywriter per la pubblicità della CB1000R. E a differenza di tante frasi ad effetto, avrebbe un riscontro vero ed immediato, perché si sale in sella, e la posizione di guida fa venire in mente, più che una naked, una sportiva “vera”. Compattissima, con il manubrio largo ma sportivo, sella alta il giusto, e pedane che non spezzano le ginocchia ma che fanno venire subito voglia di guidare di corpo, anche quando si svolta dopo uno stop. I comandi sono tutti al posto giusto, e tanto per fugare subito i dubbi, nell’uso cittadino il cambio è un burro (tranne che a freddo, ma voi appena svegli siete subito al 100%?) e l’impianto frenante vi permette, a differenza di altri setup con pinze radiali, di prendervi qualche confidenza di troppo senza rischiare di... integrare un po’ di fondo stradale nelle sovrastrutture della CB1000R.
Quando che si riesce a staccare lo sguardo dalla strumentazione, impresa non facile, il cervello manda un segnale d’allarme. E’ come se ci fosse qualcosa che non quadra: una quadricilindrica in linea non ha il diritto di essere tanto snella fra le ginocchia. E invece lo è. Sia snella che quadricilindrica, come conferma l’udito: il motore, al minimo, fa le fusa con la regolarità e la raffinatezza tipiche dei motori Honda.
Se questa immagine vi evoca immagini di noia o monotonia, fatevele subito passare. Basta lasciare la frizione, senza nemmeno la mano sull’acceleratore, che la CB inizia a tirare come un cane da tartufi. Avete presente i sottopassaggi del circuito di Monza? Bene, la CB vi tira su per la salita anche a gas chiuso, mente con la mano destra vi sistemate il casco. E’ il momento di sistemarsi in sella, uscire dalle zone abitate e iniziare a trastullarsi con quel… distributore di emozioni che è l’acceleratore della CB1000F. Precisa senza essere nervosa, grazie anche ad un motore con una coppia da rimorchiatore e allo stesso tempo la dolcezza di un barile di miele, la “manetta” è un giocattolo che induce in tentazioni irresistibili: basta ruotarla un po’ per sentire la voce allo scarico incupirsi, la “schiena” tendersi e la sospensione posteriore caricarsi.
E allora andiamo, su, se non possiamo divertirci a consumare i piolini di sicurezza sotto le pedane, almeno vediamo cosa sa fare il motore di questa naked. Basta aprire un po’ la manetta, e la spinta si fa in un attimo esaltante. Potenza massima? Chi se ne frega, quando una moto risponde così all’acceleratore a tutti i regimi. Lasciate che gli altri si divertano a spremere il loro motore, voi godetevi un quattro cilindri che gioca a fare il due, il tre e il quattro a seconda del regime a cui lo tenete. Sotto gira fluido ma tira come un toro, ai medi vi spinge con una schiena degna di un canottiere, in alto urla con rabbia sollevando l’avantreno con disinvoltura nei primi due rapporti. Tiratelo, se volete, o anticipate la cambiata, se preferite, tanto sembra che l’ago del contagiri ricada sempre nella zona più favorevole della curva di coppia.
Guardate con che rapidità il contagiri a cristalli liquidi “accende” le barre, buttate un occhio alla zona sinistra della strumentazione e realizzate che la velocità è sufficiente a farvi ritirare la patente. Anche in autostrada. E allora forse è meglio frenare, per cui la mano destra accarezza la leva e inizia a strizzarla. E si scopre un impianto frenante che unisce potenza e modulabilità con perfezione quasi irritante, tanto all’anteriore quanto al posteriore, e un assetto della forcella altrettanto raffinato e controllato.
Viene una gran rabbia per l’inclemenza del meteo, che permette di giocare con questa CB soltanto in rettilineo. Ma come diceva un famoso vignettista negli anni ’70, contro la sfiga la ragion non vale. Poco male, vorrà dire che ci toccherà di riprovarla più a fondo, magari d’estate. E nel Sahara, tanto per essere sicuri di non restare fregati un’altra volta…
Questo è il link, per chi volesse approfondire
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